Dal blog della Rai sul Festival della Letteratura verde
Il Festival della Letteratura Verde (grazie a Luigia Sorrentino)
Il Festival della Letteratura Verde (grazie a Luigia Sorrentino)
FESTIVAL DELLA
LETTERATURA VERDE
8 aprile, 10-19
Villa Correr Dolfin, Porcia
a cura di Alessandro Canzian e Maria Milena Priviero
Dall’esperienza di Verdarti e all’interno della manifestazione Orti in Villa la Pro Porcia e Samuele Editore propongono il Festival della Letteratura Verde. Un’intera giornata di incontri, letture, discussioni tra poesia, narrativa, racconti per ragazzi con (tra gli altri) Tiziano Fratus, Gian Mario Villalta, Ivan Crico, Livio Sossi, Sandro Pecchiari, Federico Rossignoli, Ilaria Boffa, Monica Guerra, Fulvio Segato, il Gruppo Majakovskij, i ragazzi del Gruppo di Poesia LeoMajor. Incontri a tema natura nello stupendo sfondo del parco di Villa Correr Dolfin di Porcia sotto tre grandi alberi per ritrovare il gusto del verde, del paesaggio, dello stare assieme all’insegna del dialogo. E al termine della giornata una lettura conclusiva sulla scalinata della Storica Villa.
Open mic
Dalle dieci di mattina alle sette di sera appuntamenti ogni mezz’ora con open mic al termine di ogni incontro (regolamento e iscrizioni suwww.samueleeditore.it). Per ascoltare e farsi ascoltare dall’autore più amato.
A pranzo con l’autore
A mezzogiorno cinque isole per cinque grandi autori con i quali poter continuare a discutere, a confrontarsi, bevendo e mangiando al Pranzo con l’Autore(regolamento e iscrizioni su www.samueleeditore.it).
Le tue poesie al parco
E durante tutta la manifestazione saranno stampate e regalate le più belle poesie e riflessioni pubblicate nell’evento facebook del Festival (regolamento e iscrizioni su www.samueleeditore.it). Per scoprire e condividere anche quegli autori che non potranno essere fisicamente presenti.
Fiera del Libro
All’interno del Festival infine dodici Editori proporranno in esposizione e vendita le ultime e migliori uscite. Per scoprire un nuovo libro e leggerlo subito, tra un incontro e l’altro, nel verde del Parco della Villa.
PROGRAMMA
FESTIVAL DELLA LETTERATURA VERDE
8 aprile
Come ramo lacerato dal vento
hai una ferita esposta
Semmai un giorno si saldasse
avresti una parte più dura.
Bisognerebbe tagliarlo lo sai,
perché ramifichi ancora
ma il taglio non è la cura
Maria Milena Priviero
ore 10.00
Villa Correr Dolfin
inaugurazione Orti in Villa e Festival della Letteratura Verde
ore 10.00 – 10.30
isola letteraria 1
iscrizione open mic
ad ogni evento è previsto l’open mic di due sole persone
ore 10.30
isola letteraria 2
La meglio gioventù
lettura dei ragazzi del Gruppo Poesia Leomajor – Liceo Scientifico Leopardi-Maiorana (Pn): Andrea Cozzarini, Michel Dassi, Rebecca Garcia, Marlene Prosdocimo, Alessandro Stoppa
ore 11.30
isola letteraria 3
Meditare in natura
Presentazione del volume Il sole che nessuno vede (Ediciclo) di Tiziano Fratus
ore 12.00 – 13.30
Parco della Villa
A pranzo con l’autore
con Gian Mario Villalta, Ivan Crico, Livio Sossi, Sandro Pecchiari, Tiziano Fratus
ore 14.00
isola letteraria 1
Dire delle foglie
lettura di poesie di Giovanna Calvo Di Ronco, Dino Villalta, Fausto Maiorana, Giorgia Vecchies, Rosanna Cracco, Luisa Delle Vedove
ore 14.30
isola letteraria 2
Cieli bambini
incontro su narrativa e poesia per bambini e ragazzi con Livio Sossi
ore 15.00
isola letteraria 3
Far fiorire la luce
incontro su dialetto e poesia con Ivan Crico
ore 15.30
isola letteraria 1
Il verde delle attese
lettura di tre poeti della Samuele Editore: Ilaria Boffa, Monica Guerra, Fulvio Segato
ore 16.00
isola letteraria 2
I prati e l’invisibile
immaginare, guardare, ragionare il paesaggio con Gian Mario Villalta
ore 16.30
isola letteraria 3
Par li’ zornadis di vint / Per le giornate di vento
i luoghi della poesia con il gruppo Majakovskij
ore 17.00
isola letteraria 1
Naturae della Riconciliazione
Presentazione del volume Il bosco è un mondo (Einaudi) di Tiziano Fratus
ore 18.00
scalinata della Villa
Come ramo lacerato dal vento
lettura conclusiva del Festival con Sandro Pecchiari, Federico Rossignoli, Maria Milena Priviero, Antonella Sbuelz
21 aprile ore 17.00 al Quazar, via Giuseppe Maria emiliani 2 – Faenza
Alla scoperta della grande poesia russa di Mandel’štam ascoltata e assaporata in un clima informale sorseggiando una tazza di tè, nella migliore tradizione russa. Sabato 21 aprile, al Quazàr, si terrà l’incontro “Sto nel cuore del secolo” con la poetessa Monica Guerra e con Gianfranco Lauretano, uno dei maggiori traduttori italiani di Mandel’štam. L’appuntamento, il primo di un ciclo di incontri dedicati ai poeti russi, avrà inizio alle ore 17 e proporrà ai partecipanti la possibilità di vivere uno dei momenti più importanti della vita quotidiana russa, quello in cui si beve tutti quanti insieme attorno al tavolo una tazza di tè: un gesto semplice ma dal profondo significato.
Sabato 10 marzo a Villa Silvia Cesena. Qui l’articolo.
Foto di Roberto Ceccanti.
Domenica 18 marzo a Brisghella. Leggi l’articolo cliccando qui.
Su Poetarum Silva, a cura di Melania Panico. Leggi tutto cliccando qui.
Si resta sulla soglia per vari motivi. Si resta per guardare con occhio attento e quasi distante, tra il sospettoso e il pauroso.
Si resta per attendere una risposta, perché non ce la si fa a stare completamente dentro una situazione che fa male.
Si resta sulla soglia per segnare il confine tra questa e quella parte, tra noi e noi, quando il confine diventa un modo per riflettere anche su se stessi: ciò che siamo stati, ciò che non siamo più, ciò che siamo diventati.
Il libro di Monica Guerra è tutto questo. È un libro che riflette sulla questione del restare. Come se restare, il compito di chi resta, chi non va via, fosse una responsabilità. La responsabilità della vita: «la catena che non spezzo», nonostante tutto perché «morire è un’isola/ perché morire/ non è come dirlo».
Restare è anche una prova. Infatti il libro è un viaggio (anche cronologico) a ritroso, a ripercorrere il perché e il come del saluto (che è il titolo della prima sezione). Monica Guerra parla del tempo come ripetizione del gesto e in alcuni punti diventa esplicito il suo riferimento al “ciclico”: «morire è un gesto/a ripetizione […] la separazione non esiste».
Come a dire che nulla è definitivo, tranne l’amore come motore e pena, non soltanto ricordo ma stella fissa sempre splendente – quando effettivamente resta in alto come punto a cui guardare – per trovare una direzione. L’estrema sezione del libro si intitola proprio Il ricordo: tutto si è già compiuto, anche l’elaborazione della distanza, anche la fermezza e il commiato, la vita che non mi fa dormire e poi l’epilogo: «pensare che sondavo il morire/ dov’è ora il mare». Qualcosa che somiglia alla grandezza.
© Melania Panico
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la lacrima lungo l’angolo
sinistro il passaggio, ogni
giorno riscorre il tuo andare
nel mio occhio in prestito
che poi cosa vuoi che sia,
la vita non è tutto.
qui è un andare piano
invischiare la direzione
l’ombra lunga del cipresso
è il mio non sentire l’anello
la catena che non spezzo.
sfogliavamo insieme
le stelle una dozzina
di cieli stralunati tu smistavi
una costellazione
e poi d’un tratto
scorrere o il solco di un nonamore
la sorgente a rovescio
poggiasti il bicchiere
perché morire
morire è un’isola
perché morire
non è come dirlo.