da MonicaG | Ott 8, 2016 | notizie
Mark Strand
In un campo
io sono l’assenza del campo.
È sempre così.
Ovunque io sia
io sono ciò che manca.
Quando cammino
divido l’aria
e sempre
l’aria rientra
a riempire gli spazi
dov’è stato il mio corpo.
Tutti abbiamo motivi
per cui muoverci.
Io mi muovo
per tenere insieme le cose.
Mark Strand
Il nuovo manuale della poesia
1 Se un uomo capisce una poesia
avrà dei problemi.
2 Se un uomo abita con una poesia
morirà solo.
3 Se un uomo abita con due poesie
ne tradirà una.
4 Se un uomo concepisce una poesia
avrà un figlio in meno.
5 Se un uomo concepisce due poesie
avrà due figli in meno.
6 Se un uomo porta una corona in testa mentre scrive
la perderà.
7 Se un uomo non si mette in testa una corona mentre scrive,
non ingannerà nessuno tranne se stesso.
8 Se un uomo si arrabbia con una poesia,
verrà disprezzato dagli uomini.
9 Se un uomo persiste nell’arrabbiarsi con una poesia,
verrà disprezzato dalle donne.
10 Se un uomo accusa pubblicamente la poesia,
le sue scarpe si riempiranno di urina.
11 Se un uomo rinuncia alla poesia per il potere,
avrà molto potere.
12 Se un uomo si vanta delle sue poesie,
verrà amato dagli stolti.
13 Se un uomo si vanta delle sue poesie e ama gli stolti,
non scriverà più.
14 Se un uomo brama attenzione per le sue poesie,
sarà come un asino al chiaro di luna.
15 Se un uomo scrive una poesia ed elogia una poesia
di un collega, avrà un’amante bellissima.
16 Se un uomo scrive una poesia e loda troppo
una poesia di un collega, allontanerà l’amante.
17 Se un uomo sostiene la poesia di un altro,
il suo cuore raddoppierà.
18 Se un uomo lascia che le sue poesie vadano in giro nude,
avrà paura della morte.
19 Se un uomo ha paura della morte,
sarà salvato dalle sue poesie.
20 Se un uomo non ha paura della morte,
potrà essere o non essere salvato dalle sue poesie.
21 Se un uomo finisce una poesia,
si immergerà nella scia vergine della propria passione
e sarà baciato dalla pagina bianca.
W. B. Yeats
Navigando verso Bisanzio
Quello non è un paese per vecchi.
I giovani gli uni abbracciati agli altri, gli uccelli sugli alberi –
Quelle generazioni morenti – presi nel loro canto,
Le cascate di salmoni, i mari affollati di sgombri,
Pesce, carne, o volatili, per tutta l’estate lodano
Tutto ciò che è generato, nasce, e muore.
Presi da quella musica sensuale tutti trascurano
I monumenti di un intelletto che non invecchia.
Un uomo anziano non è che una cosa irrisoria,
Un cappotto stracciato su un bastone, a meno che
L’anima non batta le mani e canti, e canti più forte
Per ogni brandello nel suo abito mortale,
Ma non c’è altra scuola di canto se non lo studio
Monumenti della sua magnificenza
E per questo ho salpato i mari e sono arrivato
Alla sacra città di Bisanzio.
O saggi che state nel fuoco sacro di Dio
Come nel mosaico d’oro d’un muro,
Venite dal sacro fuoco, roteate in spirale,
E siate i maestri di canto della mia anima,
Consumate via il mio cuore; malato di desiderio
E avvinghiato a un animale mortale,
Non sa quello che è; e raccoglietemi
Nell’artificio dell’eternità.
Una volta fuori dalla natura non prenderò più
forma corporea da una qualsiasi cosa naturale,
Ma una forma quale creano gli orafi greci
Di oro battuto e smaltato
Per tener desto un Imperatore assopito;
Oppure posato su un ramo dorato a cantare
Ai signori e alle signore di Bisanzio
Di ciò che è passato, che passa, o che verrà.
TRADUZIONE Monica Guerra
John Donne
Aria e angeli
Due o tre volte ti avevo amato,
Prima di sapere il tuo volto o il tuo nome;
Così in una voce, in una fiamma informe,
Spesso ci influenzano gli angeli e adorati sono;
Anche quando venni dove tu eri,
Un glorioso e amabile nulla io vidi.
Ma poiché la mia anima, il cui figlio è amore,
Prende membra di carne, e nient’altro può fare,
Non più delicato di quanto chi l’ha concepito
Può essere l’amore, ma deve prendere pure un corpo,
E perciò cosa tu fossi, e chi
invito l’amore a chiederti
E ora che assuma il tuo corpo gli concedo,
E che si fissi sul tuo labbro, occhio, e fronte.
Mentre così pensavo di zavorrare amore,
E di procedere più stabilmente,
Con merci che affonderebbero lo stupore,
Vidi che avevo sovraccaricato la scialuppa d’amore:
Ogni tuo capello per la mano dell’amore
è davvero troppo, un aggiustamento va cercato;
Perché l’amore non sta
nel niente né nelle cose estreme e nei bagliori sparsi,
E allora, come un angelo, volto e ali
d’aria, non così pura come lui, ma vestito di purezza
Così il tuo amor può essere d’amore la mia sfera;
La stessa disparità
che c’è fra l’aria e dell’angelo la purezza,
Fra l’amore degli uomini e quello delle donne per sempre ci sarà.
TRADUZIONE Monica Guerra
John Donne
Morte
Morte, non essere troppo orgogliosa, se anche qualcuno ti chiama la
Terribile e possente, tu non lo sei affatto:
Coloro che tu pensi di travolgere
Non muoiono, povera morte, né tu puoi uccidere me.
Dal riposo e sonno, che non sono altro che tue immagini,
Molto piacere e molto più dovrebbe fluirne da te,
E al più presto i nostri uomini migliori se ne vanno,
Riposo alle loro ossa e consegna dell’anima!
Schiava del caso, destino, re e uomini disperati,
E accasata col veleno e guerra, con la malattia,
E l’oppio e l’incanto ci fanno dormire altrettanto,
E molto meglio del colpo che ci sferri. Perché tanta superbia?
Passato un breve sonno, saremo svegli per l’eterno,
E la morte non sarà più, Morte sarai tu a morire.
TRADUZIONE Monica Guerra
da MonicaG | Feb 4, 2016 | pubblicazioni
E’ l’ora
che precede la veglia
mentre mi sfilo
dal nerobuio del tunnel
e d’un tratto
si fa natura d’intorno
tra gli schizzi di luce
e i gomitoli del sonno.
Inspiro intero
un dipano inviolato
tra i rami di senso
trame in divenire
saliscendi scoscesi
oasi i silenzi
i miei semi le parole.
Inspiro intero
quell’indifferente substrato
che ci ama
anche quando ci odia.
Perché
certi uomini
in questa caligine
mi stravedono
la punta dei piedi sottopelle
il midollo dritto il cuore.
Perché
non so il perché
in loro
uno stagliarsi limpido
un calore indefinito
un sapore buono resiliente
che s’acquatta in bocca
nell’orecchio
come un conforto nonostante
suono o saliva.
Perché
non so il perché
in ognuno
qualcosa di buono
in me certi uomini
qualcosa di ognuno.
Felice
Eppure credevo
che qui sarei stata felice
ma felice non è affatto un luogo
nemmeno un tempo
andato o da venire
felice è semplice
nei passi sublimi
con cui mi cadenzi il cuore
è nelle tue armonie
nella compostezza ballerina delle costellazioni.
Eterno presente
Scesi ripida
la scala buia
impaurita
dai meandri muti
che mi riservò la vita.
Ma il mio odore di terra
s’innalzò al cielo.
Salii verticale
la scala dorata
esilarante nella luce
che chiamai dono e
tregua di guerra (o di pace?)…
ma il mio cuore, divenuto gesso,
si sfaldò tra le dita.
Ora sto ferma qui
nell’attesa secolare
che il ciclo si compia
e non è gradino
sotto i miei passi stesi
ma miracolo del giorno:
Eterno Presente.
In provincia
Le borse della spesa
che tutti si conoscono
sottosopra l’unto cielo distratto
qui nulla accade
se non la primizia
di un pettegolezzo
qui, dove la lana fa l’inverno
e i seni nudi, a tratti, la riviera.
L’immortale
Raccatto, piegata carponi,
un filo di pensieri
tra i palmi rotti delle mani
e bevo l’aurora
per un nuovo inizio.
Un altro ancora.
Quante volte dovrò
il nascere e il morire,
il ricucire in pezzi il cuore
prima che si dischiuda
l’immortale?
L’oltre
Incauta
ho spezzato il pane
e sei sgusciato fuori
da un orlo di grano
tutto d’un pezzo
mi sei scivolato accanto,
la carezza nell’occhio
e il mio cuore in pugno.
Poi serio, così serio,
senza voce mi hai detto
di non mollare
che ne vale sempre la pena
che siamo appena
separati da un filo
che se solo potessi
un poco l’Oltre
tu saresti di nuovo
e non più la morte.
Questo rosso
che mi esplode il cielo
tra le dita
sottili degli alberi
questo mio
non desiderare
è l’essere
così diversa,
la mia riserva
di felicità.
Romagna
Questa mia polpa e nettare
tra qualche ingranaggio d’un tempo naturale
quel suo imperturbabile
scandire ciclico lunare
onde verdi come colline
e colline verdi da cui l’occhio
già s’ingegna il mare.
Della Musa
Sempre di notte
quando viene
viene
per mano la luna
si liscia le piume
invola il tempo
e io che combatto.
Sempre di notte
quando danza
danza
ai bordi del sonno
perché al di là del sempre capire
l’incertezza
è un’isola felice.