Semi di sé (Il Ponte Vecchio, 2015)
La poesia di Monica va decisa oltre le apparenze, affonda nel mistero dell’animo, alla ricerca di quella luce che sola trova e che dà senso all’umano, al vivere, all’oltre, perché il suo tavolo è tondo e lì ha amato tutti.
Il coraggio è una via nella quale ci si può sedere a metà, e le parole a volte sono di latta sotto un cielo di piombo e il poeta soffre l’impotenza del dire nel dirsi.
Questa è la poesia di Monica, il seme di sé: immersione nell’humus sacro di una terra resa fertile dalla sofferta consapevolezza, dalla determinazione di superare i limiti dell’ovvio, nella rincorsa non svenduta della verità senza compromessi, della bellezza, del sogno, e soprattutto della parola rinata, ripulita, risvegliata.